LA MANO GUIDONIANA

Così come anticamente gli oratori usavano la mano per memorizzare i discorsi, lo stesso mezzo veniva utilizzato dai cantori per imparare le melodie. Difatti troviamo sulla “Mano Guidoniana”, una chiara mappatura dell’esacordo (l’insieme delle sei note della scala da noi conosciuta: Do, Re, Mi, Fa, Sol, La) inventato dal monaco Benedettino Guido d’Arezzo, che si suddivide in tre tipi:

Esacordo Naturale: Do – Re – Mi – Fa – Sol – La

Esacordo Molle: Fa – Sol – La – Sib – Do – Re

Esacordo Duro: Sol – La – Si – Do – Re – Mi

Ovvero esacordi in successione di ottava, qualora la melodia in questione abbisognasse di una maggiore estensione.

Così facendo i cantori potevano utilizzare la propria mano come metodo di studio, poiché ad ogni dito corrispondevano delle precise note.

Mano Guidoniana

Curiosità.

– Guido d’Arezzo è stato anche l’inventore del tetragramma, il quale si trasformerà successivamente nell’oramai oggi conosciuto pentagramma, con l’aggiungersi della nota Si.

tetragramma

Tra i suoi trattati, quattro furono i più importanti in ambito musicale:

– Micrologus de Musica.

– Prologus in Antiphonarum.

– Regulae rhytmicae.

– Epistola ad Michaelem monachum de ignoto cantu

Diego Del Giudice – Inchiostro e Radici

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