Quel giorno si respirava un’atmosfera particolarmente magica al Girfalco .. .una di quelle mattine dove i raggi ancora deboli del sole, danzando con la bruma, mostrano ad un occhio attento le porte del Sidhe: il Regno Fatato di là dal mondo. Il silenzio era particolarmente gradito in quel contesto, al che respirai profondamente stiracchiando la schiena.. .e mi sedetti così all’ombra di un grosso albero con pronti penna e taccuino comodamente adagiati sul mio pancione, casomai avesse fatto capolino nella quiete di quel soprannaturale mattino qualche fata o folletto!
Presto detto la mia attesa non tardò ad esser ripagata!
Alcuni tordi, come un allegro coro nascosto tra le fronde degli alberi, allietavano il mio animo con i loro canti, mentre lo scrosciare della fontana accompagnava i piccoli cantori in iperboliche sinfonie! Ed io me ne stavo lì a guardare le grosse, vecchie e nodose radici del cedro davanti a me, quand’ecco muoversi sotto una di esse alcune foglie, accompagnate da un leggero rumore terroso: “Grot! Grot!”
Trattenni il respiro mentre il cuore mi balzava in petto.. . Il terreno si aprì. Le foglie caddero di lato. Ed io cosa, o meglio chi vidi sbucare da sotto le radici? Un piccolo faccino dalle tenere guanciotte cadenti e dai gentili occhietti neri e piccini come quelli di un topino di campagna! Un naso adunco e capelli ispidi come paglia, sormontati da un vecchio fazzoletto annodato dietro la nuca!
Vi basti sapere, nel caso siate curiosi, che quel vecchio foulard non sarebbe bastato a coprire per intero il vostro palmo!
Con un balzo assai poco leggiadro mi nascosi dietro l’albero sotto il quale sedevo, mentre quella curiosa figura, anch’essa con un balzo altrettanto goffo, sbucò fuori rivelando la sua mole: due spanne scarse. Corporatura tozza e pelle brunastra, con indosso una vecchia veste rattoppata qua e là, un largo grembiule, delle pantofole, una scopa di saggina e un grosso cesto di paglia sulle spalle!
Conf! conf! Intendiamoci.. voi in quel cesto avreste potuto mettere al massimo due mele.. ma di quelle piccole!
Comunque, tornando a noi.. .sono quasi certo che quella.. .ehm.. signora? fosse la moglie di qualche vecchio Brownie (il folletto eh.. .non il famoso dolce cioccolatoso made in USA!) che vive nella collina di Fermo! Sicuro!
Senza batter ciglio, la piccola vergara iniziò a ramazzare le vecchie e secche foglie intorno, farne dei cumuli e bruciarle!
Quanta rapidità nei movimenti.. e quanta laboriosità! Eppure a vederla non si direbbe!
Di tanto in tanto poi la sentivo borbottare e chinarsi a raccogliere dei ramoscelli secchi che infilava nella sua cesta! Uhmm.. .sicuramente per la scorta invernale! Credo faccia parecchio freddo nelle profondità della collina!
Passò poco meno di mezz’ora che tutta l’area intorno al cedro fu ripulita e ramazzata! Riuscii un’ultima volta a seguire con lo sguardo quella simpatica abitante del Regno Sotterraneo, prima che sparisse sotto la stessa grossa, vecchia e nodosa radice. Così come era comparsa: In un lampo.. . Ehm.. più o meno.. .
P.S.
Semmai doveste incontrarla, per favore, cercate di essere discreti e silenziosi. Non vorrei si spaventasse.. .Anzi, magari di tanto in tanto con l’arrivo dei primi freddi, sarebbe carino lasciarle qualche fascina di rami secchi e del latte, sotto uno dei cedri.. Per ringraziarla della sua amorevole cura per il Girfalco.
Diego Del Giudice – Inchiostro e Radici