I cavalli dei norreni, non solo Slipnir

I cavalli delle divinità dei Norreni, più conosciuti come Vichinghi.

In questa rubrica dedicata ai “Cavalli che hanno fatto la storia”, abbiamo già incontrato Slipnir, il cavallo di Odino, ( https://galee.eu/wp-admin/post.php?post=2819&action=edit ) ora andiamo a conoscere gli altri cavalli dei norreni.

Norreno agg. [dal nordico norron «settentrionale»] Detto della lingua e della letteratura dei Norvegesi (sia nella madrepatria sia nelle colonie d’occidente, soprattutto nell’Islanda), dal sec. 9° circa, ossia dall’età vichinga, fino alla metà del sec. 14°

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Skínfaxi e Hrímfaxi i nomi stessi portano con sè il tipo di lavoro che svolgono fra le divinità dei norreni. Skinfaxi signific infatti “Criniera Splendente” e trascina il carro solare del dio Dagr e la sua criniera illumina la terra. Hrimfaxi, invece, è la “Criniera brinata” e traina il carro di Nott, la divinità della notte. Come testimonia anche un artefatto meraviglioso dell’età del bronzo, chiamato il carro di Trundholm, conservato al museo nazionale di Copenaghen.

da wikipedia

Parlando di Slipnir ho già menzionato il padre, lo stallone nero da tiro Svadilfori. Trainava le gigantesche pietre con cui il gigante delle montagne, travestito da semplice artigiano, costruì la cinta muraria di Asgard, la città degli dèi, con lo scopo di possedere la dea Freya il sole e la luna.

Altri sono i destrieri dei norreni fra cui i cavalli gemelli Árvakr e Alsviðr.

Qui la mitologia norrena si confonde e soprattutto ci fa confondere. Anche questi sono cavalli che trasportano il Sole senza l’ausilio di altre divinità.

Curiosità: nel suo poema Snorri ci ricorda che gli dei hanno posizionato un enorme mantice magico sul carro del Sole, affinchè i cavalli nel potessero trarre refrigerio per il gran caldo prodotto dall’astro

 

Helhest, è l’esempio del classico a chi troppo a chi poco. Slpinir aveva 8 zampe ebbene, Helhest soltanto TRE!!! Il nome è già un programma: “Il cavallo degli inferi”. Probabilmente di uno dei Nove Regni in cui è suddiviso tutto l’universo, il Regno dei morti appunto. Non è citato dalle principali saghe norrene, anzi fa più riferimento alle tradizioni orali, ma è entrato a far parte del vissuto così in profondità da essere arrivato fino a noi con dei modi di dire. Popolarmente infatti, in Danimarca, “corre come un cavallo infernale” è riferito a chi corre molto veloce.

Poi c’è Gulltoppr, il destriero dalla criniera d’oro. Snorri ce lo descrive come al fianco del dio guardiano del ponte che collega i Nove Regni : Heimdallr.

Blóðughófi, il cavallo di sangue che può correre attraverso il fuoco.

Gullfaxi, che si trova nel regno dei giganti e sarà lui a essere scelto per sfidare Slipnir in una gara di corsa.

Non è un elenco esaustivo ma è sufficiente per esprimere quanto, anche in ambienti sub artici, i cavalli fossero essenziali nella cultura e nella società, tanto da far parte della mitologia come nel bacino del Mediterraneo.

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