Questa rubrica, Trota Mon Amour, mi sta dando molte possibilità di conoscere persone eccezionali, competenti e amanti delle nostre Marche.
La Trota Mediterranea nelle Marche vive in ambiente montano e nel prossimo articolo approfondirò questo tema, ma, come credo tutti noi, la si conosce di più per i racconti fatti dai pescatori.
Spesso ci immaginiamo i pescatori come cattivi parassiti della montagna, o sedentari misantropi, non è così. La pesca, per sua natura è ecologia. Da sempre l’uomo per alimentarsi ha integrato la propria nutrizione con il pesce, e per farlo ha dovuto imparare le abitudini di ogni singola specie… poi il boom economico degli anni 60-90 ed ecco del perchè del nostro stereotipo del pescatore. Ho conosciuto Luca Ercoli, presidente della ARS Tenna, sono rimasto stupito e entusiasta delle attività personali e associative. SPOILER: abbiamo parlato per due ore e dopo quattro domande dirette ha parlato di trote e pesci… Nel resto del tempo solo di ambiente e educazione ambientale. Da valle a monte con ordine.
Da oltre 20 anni l’associazione ARS Tenna gestisce un tratto del fiume Tenna all’interno del Parco Nazionale dei monti Sibillini fra i comuni di Amandola e Montefortino. Le regole di pesca di un quarto di secolo fa prevedevano la segmentazione dei fiumi in tratti a 3/4 km. 2 segmenti venivano poi accorpati e alternativamente per 4 anni in uno si poteva pescare nell’altro c’era una pausa dalla pratica sportiva. Quindi l’ARS Tenna si impegnò durante il periodo di fermo pesca per far diventare il tratto a loro assegnato no kill, e iniziarono una serie di azioni di ripristino ambientale, che oggi farebbe invidia al Green Deal Euripeo.
Per prima cosa vietano le immissioni di pesce. Cosa rarissima in quegli anni. Si pesca e si rilascia il pescato. Si puliscono i greti dei fiumi, gli argini dalle immondizie accumulate nei decenni di boom economico. Luca è giustamente orgoglioso di questo modello di ripristino ecologico prima delle mode (pur giuste) dell’attualità. Fanno ripulire una discarica abusiva più a monte che inquinava il fiume, piantano alberi e arbusti ripariali per evitare frane e smottamenti… non basta?
No, in effetti. Fanno un accordo con la gestione privata di un’area sulla riva del fiume per creare una zona di parco con educazione ambientale, panchine e tavoli, barbecue e cestini differenziati. E, ancora?
All’interno della
‘associazione c’è anche un ittiologo, Mauro Zavaldi e sotto la sua supervisione e con le autorizzazioni provinciali e regionali installano misuratori di livello del fiume, centraline meteo. Dati che in 20 anni si accumulano e danno uno storico che è stato studiato da ricercatori e tesisti.
La trota è quindi solo una scusa per stare insieme in un contesto di educazione all’ambiente circolare
Una riserva integrale quindi da 25 anni, senza aver fatto mai nessuna immissione esterna, con caratteristiche di pesca sostenibili. Un’oasi di ecologia. Questo è stato riconosciuto a livello nazionale, conseguendo un premio per i risultati ottenuti nel rispetto dell’ecosistema fluviale.
Una buona pratica che andrebbe sostenuta e diffusa a tutte le altre società sportive.
Un luogo evocativo, dove la trota dal pleistocene ad oggi è stata la regina del fiume. Se n’è accorta una cordata di enti: capofila la provincia di Pesaro Urbino e partenr, UNIVPM, UNIPG, PNMS, provincia di Fermo e hanno vinto un bando life dell’Unione Europea per la salvaguardia della trota. Ne parlerò approfonditamente in un prossimo articolo. Per ora basti dire che la trota del Tenna è UNICA. Ha delle caratteristiche specifiche e caratteristiche. Direi che è anche un po’ testona e testarda come molti uomini della val di Tenna 🙂
Per la gestione della pesca, Luca Ercoli, ha creato un’applicazione. All’interno della quale si può vedere il meteo della zona, il livello e la temperatura dell’acqua. Si può prenotare la propria zona di pesca (solo 6 persone al giorno possono stare contemporaneamente sul fiume), postare le foto delle catture.
Questo permette di avere anche dei dati sulla salute della popolazione delle trote, grazie alla collaborazione fra amanti della pesca a mosca e associazione che può mettere questi dati a disposizione della scienza.
Avrei molto altro da scrivere, ma inizio a concludere. Tutto questo è stato notato dalle emittenti televisive come Rai e Sky che hanno fatto puntate specifiche su questa bellissima realtà. Ci sono anche dei punti negativi come il mancato rinnovo della concessione dal privato dell’area di riva… e devo dire che è un vero peccato.
Dopo 2 ore, insisto sulle trote: “Allora Luca quante trote ci sono su questo tratto”? L: “Difficile quantificarle”, E: “Beh certo, ma per uno come me che non ha mai pescato, parliamo di decine o centinaia”? L: “No, no, di più…direi migliaia” E: “WOW, tutte di piccola taglia”? L: “Le trote d’altura e libere sono spesso piccole, possono crescere all’infinito in teoria, ma l’ambiente e l’alimentazione le limitano. La più grande cattura è stata di un esemplare di 42 cm”… E: “vorrei conoscere quel fortunato pescatore” L: “sono stato io. L’ho seguita per settimane per capre le sue abitudini. Poi, mi sono appostato per ore e ore. Alla fine ha ceduto, abbiamo lottato a lungo. Rilasciarla dopo la foto è stato meraviglioso”
Questa non è sport. Questo è amore per la propria terra. Con loro iniziaerà una meravigliosa collaborazione. Ne sono certo.
Emanuele Luciani