Una “Peregrinatio” moderna dal sapore antico

Metti insieme due vie di campagna, alcune famiglie unite come non se ne vedono più, bambini, anziani e tanta voglia di rendere Grazie a Dio. Il risultato è stupefacente.

Metti insieme due vie di campagna, alcune famiglie unite come non se ne vedono più, bambini, anziani e tanta voglia di rendere Grazie a Dio. Il risultato è stupefacente. In un’era di distacco totale dalla tradizione, dal senso di comunità e dalla religiosità un gruppo di famiglie molto legate fra loro hanno deciso nel 1994 di ricominciare da Maria. Con semplicità e umiltà hanno iniziato a riunirsi per recitare insieme il Rosario tutti i giorni di Maggio riuniti intorno ad una statua della Maria Santissima Madre della Divina Grazia.

Tutto nasce per un voto di un singolo, come spesso accade, ma si propaga come un incendio. Un vecchio quadro di famiglia da quattro generazioni e bambini in preghiera, un gesto che dal passato porta nel futuro dove l’uomo non è il centro ma parte di un tutto che è Dio.  Piano piano si uniscono in preghiera i vicini, i parenti, i frati del vicino convento dei Padri Cappuccini, i parrocchiani, gli amici. Già nel 1998 la statua ha bisogno di un’edicola, un piccolo tempio, una casa ben riconoscibile. I vicini si “armano” quindi di licenze e buona volontà e costruiscono fisicamente ciò che spiritualmente stavano già compiendo.

Non termina certo qui. Nel giro di pochi anni la processione di fine mese mariano è diventato uno degli eventi di fede della Parrocchia di S. Maria degli Angeli e del convento dei Cappuccini, tanto da essere nel programma dei due enti. Cosa propone di così straordinario questa processione? La sua forza più alta è l’assoluta semplicità, la spontaneità, gli occhi di chi la vive e di chi la organizza. La benedizione della campagna fatta dai sacerdoti cappuccini o da diocesani amici di spiritualità francescana è un’esigenza atavica. La presenza di Dio tramite l’intercessione di Maria della Divina Grazia è assolutamente certa e percepita da tutti.

Ora trascrivo la mia prima impressione di quella notte già pubblicata nei social network e nei quali ho ricevuto molti commenti e approvazioni:

“Esci di casa arrabbiato con tutti e tutto e rientri a casa felice e grato, come? Finita cena mi adagio sul divano guardando un film di basso spessore, quando, un colpo di mortaio che rimbomba nel fosso mi scuote e mi fa ricordare che c’è la processione per la benedizione della campagna. Mi cambio metto gli scarponi prendo 2 torce elettriche e m’incammino. Posso andare in auto? No! Asfalto? No campi. L’ultima piena ha distrutto il ponte, malamente guado comunque il fosso, prendo un tratto della vecchia ferrovia e dopo un po’ arrivo. Saluto amici e conoscenti ma non c’è tempo si parte a me tocca il gonfalone di contrada. Un onore. Si prega il santo Rosario, la banda suona. Una comunità che si riscopre. Con formula antica e latina si benedice la terra e s’invoca la protezione divina. Non fossero tonache e sai francescani a celebrare si potrebbe far volare la mente a millenni fa con auguri piceni o latini. La comunità si riscopre e risponde in latino. La memoria di popolo non muore con una generazione. Si riparte si arriva si gioisce intorno a una tavola imbandita. Un oceano di lucciole illumina la via, la natura si supera. Potrebbe terminare qui è sarei stato comunque felice e appagato. Vado in contrada si parla del più e del meno fino ad arrivare alla filosofia tolkeniana e della spiritualità cattolica di cui sono intrisi i romanzi. Si fa tardi é tempo di tornare. Mi avvio, un’auto ferma davanti ad un cancello, qualcuno mi saluta, non lo riconosco. Mi avvicino. Amiche che vedo poco due parole il sorriso aumenta. Mi giro guardo il cielo che già costellato in precedenza ora fa brillare in tutta la sua maestosità la costellazione del drago. 17 stelle penso al Siam ai templi induisti del drago. I templari dicevano così in cielo così in terra. Torno a casa. Salvo delle chiocciole e una lumaca che avevano preso il lato sbagliato della strada e mai come oggi ringrazio di essere parte di qualcosa d’infinito. Ora cedo alla stanchezza e mi godo questa ritrovata felicità.”

Al termine della processione ho intervistato alcune persone che mi hanno permesso di scrivere l’articolo e Padre Ferdinando Montesi, OFM Cap. Parroco della Parrocchia “S. Maria Degli Angeli” – Fermo, di cui pubblico la sua dichiarazione: ” E’ stato emozionante vedere tante persone, bambini, ragazzi, giovani e adulti, partecipare con fede e devozione alla lunga processione notturna che ha attraversato una porzione del territorio della nostra parrocchia. Si è percepito che siamo un “popolo in cammino”, uniti dalla stessa fede, coinvolti nello stesso clima di preghiera. In questo camminare insieme che è la processione abbiamo sperimentato che è più che essere noi a camminare dietro all’Immagine della Madonna, è stata lei, Maria Santissima a camminare con noi, venerdì 30 maggio! Maria era in mezzo a noi, a condividere il nostro cammino e ad incoraggiarci a guardare al suo Figlio Gesù, il “Dio con noi”, il Dio che cammina accanto a noi, nostro compagno di viaggio. “

Emanuele Luciani

art pubblicato dalla rivista www.sentierofrancescano.it

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