coolTOURando: Sambucheto di Montecassiano(MC), itineranza e frittura

Cooltourando prosegue il itinerario alla scoperta dei borghi delle Marche che hanno nel proprio nome un albero o un arbusto. Siamo a Sambucheto di Montecassiano (MC)

Cooltourando prosegue il itinerario alla scoperta dei borghi delle Marche che hanno nel proprio nome un albero o un arbusto. Siamo a Sambucheto di Montecassiano (MC)

Montecassiano è un borgo della provincia di Macerata Bandiera Arancione del Touring club d’Italia e Boro più bello d’Italia ANCI (Associazione Nazionale Comuni d’Italia). Siamo alla ricerca dei fitonimi, ovvero i luoghi che hanno nel proprio nome alberi e/o arbusti, in questo caso la frazione SAMBUCHETO.

Seguendo questo link è possibile ascoltare la trasmissione su Radio Linea n° 1 condotti da BLA BLA FRA https://youtu.be/BJBbClQDOGU

L’attuale SP 77 era un’antica strada di comunicazione romana. Un fitto reticolo che collegava le colonie romane alle principali arterie (Salaria, Flaminia, Litoranea, Salaria Gallica).

Nell’attuale frazione chiamata Sambucheto, vi era una fitta selva, disboscata solo a partire dal secondo quarto del XX secolo, e un ordine cavalleresco vi costruì un monastero. L’attuale Sovrano Militare Ordine di Malta è stato fra i più antichi ordini militari dedicati all’ospitalità dei pellegrini con il nome dei Cavalieri Ospedalieri di s. Giovanni. Svolgevano principalmente la propria attività in Terra Santa, ma anche in Europa avevano una funzione importantissima. La prima era di convogliare risorse e uomini ai confratelli in armi nei luoghi del Vicino Oriente. La Seconda svolgere gli stessi compiti lungo le arterie del pellegrinaggio: Santiago de Compostela, Roma e ovviamente le vie per Gerusalemme. Non solo anche s. Michele al Gargano, s. Martino di Tours e tanti tanti altri comprese Assisi e Loreto.

A Sambucheto di Montecassiano fondarono s. Egidio. Un nome parlante. S. Egidio era un Abate benedettino di origine ateniese che in Provenza, il cui monastero e poi santuario era proprio lungo il tracciato francese per Santiago e un santo a cui appellarsi per chi si mette in viaggio. Lì costruirono anche un ponte per attraversare il fiume Potenza.

Avevano anche una grancia, ovvero un’azienda satellite del monastero di base gestita spesso da laici non molto lontana. Oggi un rudere nella frazione Sambucheto del comune di Recanati, nell’intersezione fra il Potenza e il torrente Monocchia che nasce ad Appignano (MC) e affluisce al Potenza non distante dalla casa editrice Giaconi Editore mio editore. ( approfitto per ricordare i miei due testi “Il mio taccuino Marche dalla Vigna alla Tavola” https://giaconieditore.com/?product=il-mio-taccuino-marche-dalla-vigna-alla-tavola e “Il mio taccuino del Grande Anello dei Borghi Ascolani” all’interno della guida https://giaconieditore.com/?product=grande-anello-dei-borghi-ascolani-guida-e-taccuino-letterario

Iuxta flumen Monocchium

documento XIV secolo

Lungo l’argine del Potenza e di molti nostri fossi, ruscelli, torrenti, crescono numerose specie arboree che se ben tenute, concorrono a mantenere stabili le rive, gli argini e diminuire il dissesto idrogeologico. Fra essi i salici di varie specie (Salix viminalis Salix alba etc) pioppi ( Populus nigra, Populus tremula, Populus nigra etc) e il nostro Sambuco (Sambucus nigra).

La pianta ha numerose proprietà, che invito a esplorare soltanto con capaci ed esperte professionalità.

MI RACCOMANDO NON MANGIARE LE BACCHE sono tossiche.

C’è qualcosa però che è possibile fare senza paura, raccogliere i fiori e friggerli sono davvero un ottimo antipasto.

Nota di colore: Le bacche (CHE RICORDO DI NON MANGIARE),sono un’ottima esca per la pesca al cavedano (Squalius squalus)

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