coolTOURando quinto episodio per i borghi con nomi di alberi. Siamo a Cerreto d’Esi (AN) terra di confine e del Verdicchio di Matelica
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I luoghi custoditi dal comune di Cerreto d’Esi sono stati abitati da lunghissimo tempo. Fra le prime evidenze archeologiche abbiamo lo stanziamento di alcune popolazione di origine celtica. Nel V secolo avanti Cristo un’ultima ondata migratoria porta la tribù gallica dei Senoni nei territori fra l’appennino e l’Adriatico e fra l’Esino e Rimini, dopo aver tentato l’assedio di Roma, rotto dal famoso episodio delle oche capitoline. Un confine dunque, spesso infranto dall’una e dall’altra parte con incursioni e battaglie. Poi probabilmente villa rustica romana durante la Repubblica e l’impero romano. Fu però durante l’VIII-IX secolo che fu documentata la presenza in pianta stabile di vedette greco romane (bizantine), facenti capo alla Pentapoli marittima (Rimini, Pesaro, Ancona, Senigallia e Fano) e a quella annonaria (Gubbio, Cagli, Urbino, Fossombrone e Jesi). Vedette in funzione anti longobarde del Ducato di Spoleto. Ancora confini e incursioni.
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Per ascoltare la trasmissione su Radio Linea n° 1 ecco il link https://youtu.be/e0pP8YTvZLw
Fu in questo periodo che iniziò a insediarsi nella futura Cerreto d’Esi, una piccola nobiltà legata alle coltivazioni dei boschi. In particolare dei Cerri.
Quercus cerris ne ho parlato qui https://galee.eu/il-vivaio-forestale-alto-tenna/
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Un borgo da scoprire, ammirare e anche gustare. Il territorio infatti ospita un microclima perfetto per il Verdicchio di Matelica. Eccellenza marchigiana, lo dico senza tema di smentita.
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